"È fuor di dubbio che la pandemia, a causa del massiccio ricorso allo smart working da parte delle aziende e delle pubbliche amministrazioni, tra le quali in particolare la Difesa, ha fortemente allargato la base di attacco cyber potenziale e molti recenti episodi critici ci restituiscono l’immagine di un mondo digitale insicuro. Portando l’attenzione sugli aspetti militari del fenomeno, al di là della cyber-warfare (cioè la guerra condotta via cyber tra due attori statali, di cui ne è un esempio recente lo scontro in corso tra Iran e Stati Uniti), aspetto molto più strisciante e occulto del problema è la crescita della “minaccia ibrida”, i cui effetti si concretizzano in disparità e disagio sociale, stagnazione economica, informazione ambigua, sistema scolastico vulnerabile, frammentazione dei servizi essenziali e cambiamento improvviso dello stile di vita."
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Fonte: Airpress n. 118 - gennaio 2021